San Charbel Makhluf, noto anche come San Charbel o Sharbel, è una figura venerata nella Chiesa cattolica maronita per la sua santità e il suo stile di vita ascetico. Nato il 8 maggio 1828 a Bekaa Kafra, un villaggio situato nelle montagne libanesi, Charbel Makhluf crebbe in una famiglia maronita devota. Fin da giovane, mostrò un profondo interesse per la vita spirituale e una grande dedizione alla preghiera. A 23 anni, nel 1851, entrò nel monastero maronita di San Marone a Annaya, dove iniziò il suo percorso di formazione monastica. Charbel Makhluf fu ordinato sacerdote nel 1859 e scelse il nome religioso di Charbel in onore di un martire cristiano del II secolo. Dopo la sua ordinazione, visse una vita di penitenza e preghiera profonda, seguendo rigorosamente la regola monastica e dedicandosi alla contemplazione e alla meditazione. Nel 1875, Charbel Makhluf si ritirò nella solitudine del monastero di Santa Maria di Kfifan, situato nelle montagne del Libano settentrionale. Qui trascorse gli ultimi anni della sua vita in una vita di preghiera ancora più intensa e di penitenza. Era noto tra i suoi confratelli per il suo fervore spirituale e la sua profonda umiltà. Durante la sua vita, Charbel Makhluf non cercò mai fama o riconoscimenti terreni, ma viveva interamente per la gloria di Dio e per il servizio alla comunità monastica. Rifiutò le posizioni di leadership e preferì un’esistenza umile e nascosta, dedicata alla preghiera e alla contemplazione di Dio. Morì il 24 dicembre 1898, durante la celebrazione della messa nella sua cella, all’età di 70 anni. La sua morte fu vista come un segno di santità, poiché trascorse la sua vita consacrata a Dio e ai servizi spirituali. Dopo la sua morte, numerosi miracoli furono attribuiti alla sua intercessione, tra cui guarigioni miracolose e favorevoli risposte alle preghiere. Il suo corpo fu trovato intatto e incorrotto durante l’esumazione, diversi mesi dopo la sua morte, un segno considerato miracoloso dai suoi seguaci. San Charbel Makhluf fu canonizzato da papa Paolo VI il 9 ottobre 1977. Oggi è considerato uno dei santi più venerati nella Chiesa cattolica maronita e la sua tomba nel monastero di Annaya è un importante luogo di pellegrinaggio per i fedeli che cercano la sua intercessione e il suo esempio di vita santa. La sua spiritualità semplice, la sua umiltà e la sua dedizione alla preghiera continuano a ispirare milioni di persone in tutto il mondo.